L’EMERGENZA E ‘LE’ EMERGENZE SECONDO UN RECENTE CLIMATE CASE. di Andrea Giordano
Tra i temi di impatto ambientale ha oggi un particolare rilievo quello dell’emergenza climatica provocata dal fenomeno del riscaldamento globale.
In particolare, determinate attività umane, quali la combustione di combustibili fossili, la deforestazione e l’agricoltura, danno luogo alla produzione dei cosiddetti gas serra, che trattengono il calore irradiato dalla superficie terrestre e dall’atmosfera e ne impediscono la dispersione nello spazio.
Il riscaldamento globale che ne consegue viene arginato, in via preventiva e/o successiva, dalla normativa internazionale ed europea, volta a favorire le politiche di mitigazione e adattamento ad opera dei singoli Stati.
In tale ottica si muovevano già la Convenzione di Rio de Janeiro (United Nations Framework Convention on Climate Change – UNFCCC), che aveva, come obiettivo, quello della stabilizzazione delle concentrazioni di gas serra nell’atmosfera onde escludere qualsiasi pericolosa interferenza delle attività umane sul sistema climatico, il Protocollo di Kyoto e, da ultimo, l’Accordo di Parigi, che si è prefissato di rafforzare la risposta ai cambiamenti climatici, limitando il riscaldamento globale “ben al di sotto di 2° C” rispetto ai livelli preindustriali.
Nella stessa direzione converge la normativa europea, che tende in definitiva a realizzare un’economia climaticamente neutra.
Analogo proposito se lo pongono le giurisdizioni, persino nazionali, che, come la Corte Suprema Olandese, appaiono sempre più propense a condannare gli Stati a potenziare le politiche climatiche.
Il saggio che pubblichiamo è mosso dallo scopo di alimentare il dibattito su tanto delicata materia.
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